I disturbi alimentari, sono diventati un problema di rilevanza sociale, stanno minacciando la salute e in alcuni casi la vita, di circa il 10% delle femmine di età superiore ai 13 anni. L’influenza della nostra cultura gioca un ruolo rilevante nello sviluppo e nella perpetuazione dei disturbi dell’alimentazione. Diversi sono i fattori culturali implicati nel loro sviluppo e mantenimento, tra cui: la pressione culturale verso la magrezza (nella nostra società  la magrezza e l’aspetto fisico rivestono un ruolo molto importante nelle relazioni interpersonali e nella valutazione di sé), il cambiamento del ruolo sociale della donna, il pregiudizio nei confronti dell’obesità e non ultimo l’elevata frequenza di pratiche dietetiche nella società.

Anoressia

L’anoressia sembra colpire lo 0.28% delle adolescenti e delle giovani donne adulte dei paesi occidentali. Il 90-95% delle persone colpite appartiene al sesso femminile e i maschi costituiscono tuttora una minoranza. L’esordio del disturbo è compreso tra i 12 e i 25 anni, con un picco tra i 14 e i 18 anni anche se negli ultimi tempi sono stati diagnosticati casi a incidenza più tardiva (dopo i 20 -30 anni). E’ una patologia che colpisce soprattutto la popolazione occidentale, mentre è rara nei paesi in via di sviluppo dove non esiste la pressione sociale verso la magrezza.

Mentre negli anni Sessanta interessava prevalentemente le classi agiate, attualmente è distribuita in modo omogeneo nelle varie classi sociali.

In alcune categorie professionali l’anoressia sembra essere molto frequente; i casi tipici sono le professioni che rientrano nel mondo della moda e della danza.

Per quanto riguarda la scolarità, non sembrano esserci differenze tra le persone affette da anoressia nervosa e quelle di pari età e classe sociale.

Secondo il DSM IV TR l’Anoressia è caratterizzata da:

  • Rifiuto di mantenere il peso corporeo al di sopra o al peso minimo normale per l’età e la statura (per es. perdita di peso che porta a mantenere il peso corporeo al di sotto dell’85% rispetto a quanto previsto).
  • Intensa paura di acquistare peso o di diventare grassi, anche quando si è sottopeso.
  • Alterazione del modo in cui il soggetto vive il peso o la forma del corpo, o eccessiva influenza del peso e della forma del corpo sui livelli di autostima, o rifiuto di ammettere la gravità della attuale condizione di sottopeso.
  • Nelle femmine dopo il menarca, amenorrea, cioè assenza di almeno 3 cicli mestruali consecutivi. (Una donna viene considerata amenorroica se i suoi cicli si manifestano solo a seguito di somministrazione di ormoni, per es. estrogeni.)

La perdita di peso è primariamente ottenuta tramite la riduzione della quantità totale di cibo assunta. Sebbene la restrizione calorica possa essere inizialmente limitata all’esclusione di cibi considerati ipercalorici, nella maggior parte dei casi questi soggetti finiscono per avere una alimentazione rigidamente limitata a poche categorie di cibi. In aggiunta possono essere messe in atto condotte di eliminazione (es. vomito autoindotto, uso inappropriato di lassativi e diuretici) o la pratica eccessiva di attività fisica, allo scopo di perdere peso. Le cause dell’anoressia nervosa non sono ancora note, alcune ricerche hanno evidenziato che le persone a rischio di sviluppare questo disturbo, in molti casi hanno uno scarso concetto si sé, elevati livelli di perfezionismo e una profonda insicurezza nel funzionare come individui separati dalle figure di riferimento della loro vita (genitori, insegnanti,allenatori sportivi). In questo scenario il peso viene scelto come mezzo per aumentare la propria autostima e il proprio valore, strumento di valutazione.

Bulimia

La bulimia nervosa, che letteralmente significa “fame da bue”, è caratterizzata da un ciclo autoperpetuante di preoccupazione per il perso e le forme del corpo-dieta ferea-abbuffate-vomito autoindotto.Colpisce circa l’1% della popolazione femminile. Come per l’anoressia l’esordio del disturbo è compreso tra i 12 e i 25 anni,con un picco trA I 17-18 anni.Le persone colpite sono generalmente di peso normale, alcune lievemente sottopeso, altre lievemente in soprappeso, pochissime in grande soprappeso. Sembra che siano colpite con più frequenza persone con peculiari caratteristiche di personalità: scarso concetto di sé, elevati livelli di perfezionismo, pensiero tutto o nulla e difficoltà a controllare gli impulsi. Come per l’anoressia nervosa non è ancora chiaro se lo sviluppo di queste caratteristiche sia maggiormente legato a fattori psicologici, ereditari o entrambi. Il disturbo inizia tipicamente dopo eventi stressanti che minacciano l’autostima ( fallimenti scolastici, problemi sentimentali, commenti negativi sull’aspetto fisico, ecc.). La particolare sensibilità alla pressione culturale sulla magrezza e la preoccupazione per il peso e le forme corporee portano le persone affette da bulimia ad iniziare una dieta ferrea, ipocalorica, particolarmente rigida che inevitabilmente porterà a piccole trasgressioni. Quando queste si verificano la persona pensa di aver perso il controllo e si abbuffa. E’ è proprio la dieta ferrea  insieme al pensiero tutto o nulla la principale responsabile della comparsa delle abbuffate.

Secondo il DSM IV TR la Bulimia Nervosa è caratterizzata da:

  • Ricorrenti abbuffate. Una abbuffata è caratterizzata dal fatto di mangiare in un definito periodo di tempo (ad es. un periodo di due ore), una quantità di cibo significativamente maggiore di quello che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso tempo ed in circostanze simili, e dalla sensazione di perdere il controllo durante l’episodio (ad es. sensazione di non riuscire a smettere di mangiare o a controllare cosa e quanto si sta mangiando).
  • Ricorrenti ed inappropriate condotte compensatorie per prevenire l’aumento di peso, Le abbuffate e le condotte compensatorie si verificano entrambe in media almeno due volte alla settimana. Molte persone con Bulimia Nervosa mettono in atto diversi comportamenti tesi a neutralizzare gli effetti dell’abbuffata. Il vomito riduce la sensazione di malessere fisico, oltre alla paura di ingrassare. In alcuni casi il vomito rappresenta l’effetto ricercato: la persona si abbuffa per poter vomitare, oppure vomita anche per piccole quantità di cibo. I soggetti con Bulimia Nervosa possono adoperare diversi stratagemmi per indursi il vomito, come l’uso delle dita o di altri strumenti per scatenare il riflesso del vomito attraverso la stimolazione del faringe. In genere, nelle fasi avanzate del disturbo questi soggetti riescono a vomitare a comando. Altre condotte di eliminazione sono rappresentate dall’uso inappropriato di lassativi e diuretici; l’uso di lassativi è presente in un terzo dei soggetti con Bulimia Nervosa. Raramente è presente anche uso di clisteri subito dopo l’abbuffata, ma non è mai la sola condotta di eliminazione
  • I livelli di autostima sono indebitamente influenzati dalla forma e dal peso corporei. Gli individui con Bulimia Nervosa pongono una inappropriata enfasi sulla forma e sul peso del corpo per la valutazione di sé, e questi fattori condizionano decisamente i livelli di autostima  Il terrore di ingrassare, il desiderio di perdere peso, il livello di insoddisfazione per il proprio aspetto fisico sono sovrapponibili a quelli dei soggetti con Anoressia Nervosa.

Disturbo da alimentazione incontrollata

Il disturbo da alimentazione incontrollata, detto anche BED (Binge Eating Disorder), colpisce circa il 30% degli individui obesi che rivolgono a uno specialista per iniziare una dieta. Il BED ha un tasso d’incidenza sulla popolazione generale compreso tra lo 0,7% e il 4%. Ne soffrono più le donne degli uomini e si manifesta prevalentemente nella tarda adolescenza, oppure tra i 30 e i 40 anni. Il BED, prima di essere riconosciuto e diagnosticato, presenta spesso un calo ponderale conseguente a una dieta dimagrante ; questo disordine alimentare non si registra solo in associazione ad anoressia o bulimia. Si caratterizza per la presenza di abbuffate compulsive, raramente accompagnate da azioni compensative inappropriate successive, come vomito autoindotto, abuso di lassativi e digiuni, eccessivo esercizio fisico. Il paziente che soffre di disturbo da alimentazione incontrollata accusa spesso la sensazione di non poter smettere di mangiare e non riesce a controllare quali e quanti cibi stia ingurgitando. In una situazione patologica queste abbuffate si verificano almeno due giorni a settimana e si protraggono per almeno sei mesi, con notevoli sofferenze e disagi per chi soffre di BED. Il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM IV-TR) associa gli episodi di abbuffate compulsive ad almeno una delle seguenti condizioni: mangiare molto più velocemente del normale; mangiare fino ad avere una spiacevole sensazione di esser pieni; mangiare una grande quantità di cibo pur non sentendosi fisicamente affamati; mangiare in solitudine per l’imbarazzo della quantità di cibo che si sta ingerendo; provare disgusto verso se stessi, sentirsi depressi o molto in colpa dopo le grandi mangiate. I fattori che sono coinvolti nei disordini alimentari sono molteplici e dall’origine complessa: vi sono fattori predisponenti, scatenanti e di mantenimento.

Non tutti coloro che soffrono di BED tendono a mettere in atto comportamenti compensativi dopo le abbuffate, come invece accade con i bulimici